La depressione è uno tra i più comuni disturbi psichici e, paradossalmente, uno tra i più difficili da interpretare.
L’allenamento e l’alimentazione possono diventare pensieri prioritari, attorno ai quali organizzare la giornata e le occasioni sociali. A livello psicologico, quindi, può accadere che si accenda un pensiero del tipo “tutto o nulla”, per il quale si pretende da se stessi perfetta aderenza al piano per rendere efficace il percorso che si ha intrapreso.
Sembrano solo numeri e invece rappresentano un mondo: quelle cifre che compaiono sulla bilancia per alcuni possono certificare un valore personale. In realtà rispecchiano una gabbia mentale che impediscono di sperimentare una vita ricca di emozioni.
Sulle piattaforme social gli adolescenti sono esposti a quei modelli di perfezione proposti dalla società che contribuiscono a quel senso di insoddisfazione e di inadeguatezza tipico di quella fascia d'età.
Sta per arrivare un nuovo anno e con esso, per molte persone, un notevole numero di aspettative, obiettivi e sogni da realizzare che possono essere fisici, sportivi, scolastici, lavorativi o personali.
Due sono i comportamenti ampiamente diffusi fra coloro che soffrono di disturbi alimentari: il perfezionismo ed il tentativo di possedere il controllo.
Negli ultimi due decenni i disturbi alimentari si sono diffusi con sempre maggior frequenza. Cerchiamo di scoprirne le cause.
La percezione che abbiamo di noi e del nostro aspetto fisico è quasi sempre in relazione con il rapporto che abbiamo con il cibo e le diete "fai da te".
La consapevolezza dei passaggi che spesso intercorrono tra la realtà e una fotografia postata è uno strumento fondamentale per andare a mitigare gli effetti che una continua esposizione a canoni di perfezione possono comportare sulla visione che le persone hanno di loro stesse e sulla valutazione che fanno di sé e degli altri.
L'Ufficio Regionale per l'Europa dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato nell'ultima decade un aumento del tasso di obesità in età infantile. Ciò si collega anche agli effetti della pandemia da Covid-19, come solitudine, somatizzazione dello stress, disturbi del sonno, ansia e sedentarietà.
“Mindfulness" significa prestare attenzione, ma in un modo particolare: con intenzione, al momento presente, in modo non giudicante. Un approccio che può essere applicato a diverse sfere della vita, come ad esempio quella del cibo.